Prima di scrivere la cronaca della giornata vorrei fare un
piccolo passo indietro per capire meglio cosa racconterò in
seguito.
Il 18 Dicembre 2002 presso il nostro istituto si è svolta
una conferenza condotta dal Prof. Sabino Palmieri docente
di meteorologia presso l'università "La Sapienza" di Roma
dal titolo "
Tra cielo e terra con la testa tra le nubi".
Durante la conferenza si è parlato, tra l'altro, dello studio
sui microclimi di ambienti chiusi o semichiusi. Sempre durante
la conferenza il Prof. Palmieri ci ha illustrato brevemente
il progetto di studio "
Il microclima interno alla chiesa
di Sant'Agostino in campo Marzio di Roma" al quale eravamo
stati invitati a partecipare. La conferenza rientrava in una
collaborazione ormai decennale tra l'ITAer "F. De Pinedo",
il Gruppo Meteo dell'Università "La Sapienza" e la SIMA (Società
Italiana di Meteorologia Applicata).

Il
progetto Sant'Agostino (lo chiameremo così d'ora in poi) prevedeva
la formazione di un gruppo misto formato da studenti ed insegnanti
dell'Università e dell'Istituto.Tecnico Aeronautico.
Il primo appuntamento, per effettuare le misure, tra il gruppo
dell'Università e il gruppo dell'aeronautico è stato fissato
per il 15 febbraio 2003 .Del gruppo facevano parte il Prof.
Sabino Palmieri e la Prof.ssa Anna Maria Siani dell'Università;
mentre del De Pinedo erano presenti il Prof. Giovanni Colella
nostro insegnate di meteorologia, il tecnico del laboratorio
di meteorologia Giuseppe Tidei, e quattro studenti della classe
4aE: Matteo Calia, Ruggero Felli, Daniele Fargnioli e Simone
Lepre.
Abbiamo iniziato subito a rilevare i valori di temperatura
e umidità relativa all'esterno della chiesa in un punto in
ombra e la presenza di vento al momento della misurazione.

Quindi siamo entrati nella chiesa e abbiamo iniziato rilevando
la presenza dell' illuminazione artificiale , la presenza
o meno d'impianto di riscaldamento , dell'apertura o chiusura
di porte e/o finestre e della presenza o meno di persone.

Sono,
quindi, iniziati i rilevamenti di temperatura e umidità relativa
dell'aria tramite un termometro/igrometro digitale e quelle
della temperatura dei pavimenti e delle pareti tramite radiometri
all'infrarosso.
Mentre noi studenti eseguivamo queste misure il prof. Colella
e Giuseppe preparavano il termoigrografo. Questo strumento
è stato posto all'interno della chiesa per registrare la temperatura
e l'umidità relativa con continuità durante tutta la settimana.

Le
misure sono state effettuate lungo la navata centrale, lungo
le navate laterali, nel transetto e nelle due cappelle ai
lati dell'altare.
Siamo, quindi, saliti a circa 15 metri e abbiamo effettuato
la misurazione di temperatura e umidità relativa a quell'altezza
, dati necessari per determinare la presenza di eventuali
celle convettive.
Abbiamo subito notato la presenza di zone più fredde sul pavimento,
in particolare, nel centrale, che si trova proprio sopra un
garage, e nella cappella alla destra dell'altare.
Al termine delle misurazioni Padre Giuseppe, parroco della
chiesa di S. Agostino, ci ha accompagnato sul terrazzo della
chiesa da dove si ha una meravigliosa visione di Roma.

Il
panorama spazia da Saxa-Rubra al palazzo della FAO al Circo
Massimo passando dalla cupola di San Pietro al Gianicolo,
dall'Altare della Patria al Pincio, dal Quirinale al Gianicolo.
Roma così non l'avevamo mai ammirata e averla tutta "ai nostri
piedi" ci ha fatto ancora di più capire quanto è bella e quanto
è unica la città in cui abbiamo la fortuna di vivere.
Usciti dalla chiesa abbiamo approfittato della posizione della
chiesa immersa nel centro di Roma per una passeggiata a Piazza
Navona e ai Fori Imperiali.
Ma il lavoro continua!
E cosi ogni mercoledì una squadra composta da 4 alunni del
DePinedo si recherà alla chiesa di S. Agostino insieme al
professor Colella, al Professor Palmieri, alla Professoressa
Anna Maria Siani e a due studentesse dell'Università per continuare
la campagna di relavamenti. I dati verranno via via elaborati.

Penso
che l'esperienza sia molto interessante e utile al di la dei
possibili riconoscimenti scolastici perché oltre a permettere
di approfondire alcuni aspetti della meteorologia che magari
sono tagliati fuori dal programma può anche essere utile per
sia per un nostro futuro lavorativo magari nel campo della
ricerca e sperimentazione sia per coloro che studiano la conservazione
ed il restauro delle opere d'arte custodite nelle chiese.